Area Archeologica

LUCUS FERONIAE

foto particolare area archeologicaImportante centro archeologico, che testimonia uno dei periodi più fortunati e splendidi
della civiltà romana. Già in epoca repubblicana vi sorgeva un santuario della dea Feronia, divinità pagana protettrice delle greggi, delle messi e della fertilità.
Nella zona circostante il tempio si estendeva fino alle falde del Soratte, un fitto bosco (lucus) sacro alla dea. Vicinissima si trovava una sorgente di acqua curativa i cui benefici erano molto apprezzati.
Col tempo il luogo sacro divenne una fiorente comunità, punto d’incontro delle popolazioni vicine: Sabini, Latini, Etruschi, Falisci, che qui convenivano per scambiarsi i loro prodotti.
Nell’anno 211 a.C., come ci narra Tito Livio, Annibale e i suoi soldati saccheggiarono il tempio allora famoso per le ricchezze custodite. In seguito la località divenne centro di riposo per soldati veterani e frequenti dovevano essere le rappresentazioni teatrali nell’anfiteatro che in parte si conserva.
Una iscrizione del 266 d.C. costituisce l’ultima notizia epigrafica attestante l’attività del centro, la cui vita imperniata sul culto della dea Feronia dovette spegnersi intorno al 300 con il trionfo del Cristianesimo.

La scoperta del tempio avvenne nel 1952, quando vennero alla luce, a seguito di lavori agricoli, frammenti di anfore e pietre con iscrizioni. Fatti appropriati scavi emersero tabernae con anfore, monete, ex voto, pavimenti con mosaici. Fu trovata tra le altre cose un’ara ellenistica e una testa marmorea di Vespasiano.

VILLA DEI VOLUSII

particolare dall alto della villa dei volusiiNei pressi degli scavi archeologici di Feronia è venuta alla luce verso il 1962 una splendida villa che si può raggiungere dalla Tiberina e dall’autostrada. Due iscrizioni ritrovate nello scavo ricordano una famiglia Volusia e un membro di essa, Saturnino, importante personaggio politico della fine del I secolo d.C.
Tutto lascia ritenere che la villa sia stata proprio dei Volusi. Tra i ritrovamenti spiccano due pregevoli erme di marmo copie di originali greci raffiguranti Ercole e Euridipe, molti pavimenti a mosaico, resti marmorei delle vecchie costruzioni. A cura del Prof. Giuseppe Ercoli

Altri siti Archeologici

VILLA ‘DELLA STANDA’
Durante la costruzione del magazzino Standa, negli anni 1971-1974 venne portata alla luce una villa rustica del secondo secolo a.C. con diverse fasi edilizie, i cui resti sono attualmente conservati in un cortile interno del complesso moderno.

VILLA DEL SASSO DI FIANO
Sulle estreme pendici sud occidentali del Monte S.Lorenzo sono visibili i resti di un imponente complesso rustico romano insediato in età augustea ed abitato fino al II-III sec. d.C.

LA VILLA DEL CASALE DI MEANA
Nei pressi del Casale di Meana, circa due chilometri a nord di Fiano sulla via Tiberina, furono rinvenuti i resti di una grande villa romana con pavimenti a mosaico agli inzi di questo secolo.

LA VILLA DI BELVEDERE
Sulla collina di Belvedere dal 1881 furono individuati i resti di un vasto complesso romano con pavimenti a mosaico. La villa fu vissuta dal II a.C. al V d.C.

LA VILLA IN LOCALITÀ BACILETTI
Durante i lavori di costruzione del raccordo autostradale Fiano-Valmontone, vennero alla luce nel 1984 i resti di una villa rustica conservati a livello di fondazione. Il complesso nasce nel I sec. a.C. e viene abbandonato nel VI sec. d.C. e attualmente non è più visibile essendo stato reinterrato dopo la conclusione delle ricerche nel 1984.

VILLA IN LOCALITÀ PRATO LA CORTE (fondo Plini-Gigliotti/Nocioni)
La villa venne alla luce nel 1983 e fu scavata a più riprese fino al 1987. Di dimensioni m.70×80, la villa fu fondata alla fine del II sec a.C.

VILLA IN LOCALITÀ PRATO LA CORTE (fondo Bigatti)
La villa, con pavimenti in mosaico, venne alla luce nel 1994.

LA VIA CAMPANA
L’attuale stada provinciale Tiberina ricalca il percorso di una delle più antiche arterie di collegamento dell’Italia centrale utilizzata fin dalla più remota antichità.

PORTO FLUVIALE DI FIANO
Recenti scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale e dal Servizio Tecnico per l’Archeologia Subacquea lungo la riva del Tevere in proprietà D’Egidio, hanno portato in luce alcuni ambienti di età romana imperiale relativi agli impianti di un porto fluviale.